Quando parliamo di autismo ci troviamo di fronte a un gruppo di disturbi di natura neurobiologica più correttamente definiti Disturbi dello Spettro Autistico (ASD) i cui sintomi si manifestano precocemente e permangono per tutto il corso della vita.
Quali sono le caratteristiche tipiche delle persone affette da autismo?
Pur nelle differenti manifestazioni cliniche con cui si presentano, le caratteristiche tipiche degli ASD si possono riassumere in:
A. Deficit nella comunicazione e nell’interazione sociale
B. Comportamenti e interessi, ristretti e ripetitivi.
(DSM-5, 2013)
Accanto a questi sintomi basilari, le persone affette da autismo possono presentare in misura più o meno marcata anche disturbi sensoriali, problemi del sonno, di alimentazione, disarmonie motorie, disarmonie nelle abilità cognitive, scarsa autonomia personale e sociale, autolesionismo, aggressività.Ad essere assente o fortemente compromesso nell’autismo è il patrimonio innato di abilità con cui ogni essere umano, ovunque si trovi e al di là di qualsiasi differenza etnica e culturale, riesce ad entrare in contatto con gli altri, ad intuirne bisogni, stati d’animo, aspettative.
Molte persone autistiche ad alto funzionamento, cioè con un livello intellettivo e linguistico che permette loro di raccontare del loro autismo, si sono definite “extraterrestri”, proprio per il senso di estraneità e di disorientamento che il mondo basato sulla neuro tipicità provoca in loro.
Questa mancanza di intuizione, non solo per quanto riguarda il mondo sociale ma anche il succedersi degli eventi, fa sì che le persone autistiche fatichino a collaborare e ad avere iniziativa nella vita di tutti i giorni e soprattutto a sopportare i cambiamenti di routine e gli imprevisti; per la stessa ragione possono entrare in crisi per le attese o per il fatto di dover aspettare il proprio turno o per altre situazioni simili.
Anche gli stimoli sensoriali vengono elaborati dalle persone con autismo in modo diverso rispetto alla popolazione neuro tipica. Una sirena, un oggetto “fuori posto” può condurle ad una crisi di agitazione; un tono dell’eloquio concitato, un rumore anche del tutto sopportabile per noi, può indurle a tapparsi le orecchie, a scappare in un altro luogo o a dar vita a stereotipie motorie o verbali.
Il linguaggio verbale non sempre è presente e anche quando lo è il suo utilizzo può essere bizzarro o apparentemente privo di senso. Le difficoltà possono presentarsi sia a livello di produzione, ma anche e soprattutto a livello di comprensione, e quindi anche persone con autismo che si esprimono molto bene talvolta possono non capire il senso di quanto viene loro detto, in particolare se si utilizza un linguaggio ricco di sfumature, metafore, ironia, ecc.
Per gli stessi motivi possono non comprendere bene domande articolate o che contengano il “perché?”, alle quali è possibile che rispondano in maniera non appropriata o con la ripetizione della domanda stessa.
In circa il 70% dei casi inoltre all’autismo si accompagnano, in comorbidità, altri disturbi di tipo psichiatrico e neurobiologico.
Quante sono le persone affette da autismo?
La prevalenza è tutt’altro che rara: il dato più recente del Center for Disease Control and Prevention Epidemiology Program Office riporta 1 caso ogni 36 bambini nella fascia di età di 8 anni, approssimativamente il 4% di sesso maschile e l’1% di sesso femminile. Fonte CDC 24 Marzo 2023, dati aggiornati al 2020 https://www.cdc.gov/mmwr/volumes/72/ss/ss7202a1.htm?s_cid=ss7202a1_w
Cosa è possibile fare per le persone con autismo?
E’ importante tenere presente che quando parliamo di autismo ancora troppo spesso ci focalizziamo solo sull’individuo, trascurando le ricadute che questa condizione ha sui sistemi prossimali: la famiglia, la scuola, e più in generale la comunità.
Chiunque ruoti intorno alla persona affetta da autismo è chiamato a fornire un accudimento superiore, per quantità e tempo, a quello che normalmente si dedica ad una persona neuro tipica, talvolta con il rischio di ricevere in cambio frustrazione relazionale e affettiva e isolamento sociale. Per questo è importante un approccio che non si limiti a interventi a spot ma che metta in atto una presa in carico globale che tenga in considerazione tutte le persone e le risorse che ruotano attorno alla persona autistica.
Se è vero infatti che dall’autismo non si guarisce, è vero anche che un intervento precoce, globale, evidence based e, non di meno, rispettoso della persona, dei suoi desideri e delle sue specificità, fa la differenza e permette notevoli miglioramenti e un innalzamento del livello di qualità della vita di chi ne è affetto, del suo nucleo familiare, e degli altri sistemi di appartenenza.
L’autismo è una condizione che porta con sé difficoltà, più o meno severe, ma è anche un modo diverso di guardare le cose, una grande sfida educativa, umana, e di inclusione.
Una condizione per la quale la partecipazione di tutti diviene necessità e stimolo creativo assieme.
Perché esistono tanti modi di essere, e tante intelligenze differenti, e il mondo ha bisogno di tutte.